๐—ฆ๐—จ๐—ฃ๐—˜๐—ฅ๐— ๐—˜๐—ฅ๐—–๐—”๐—ง๐—ข – ๐—–๐—”๐—ฅ๐—ฅ๐—˜๐—Ÿ๐—Ÿ๐—ข ๐—˜๐—Ÿ๐—˜๐—ฉ๐—”๐—ง๐—ข๐—ฅ๐—˜ – ๐—–๐—”๐——๐—จ๐—ง๐—” ๐——๐—˜๐—Ÿ ๐—–๐—Ÿ๐—œ๐—˜๐—ก๐—ง๐—˜

Il ๐—ง๐—ฟ๐—ถ๐—ฏ๐˜‚๐—ป๐—ฎ๐—น๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ ๐—•๐—ผ๐—น๐—ผ๐—ด๐—ป๐—ฎ con una recente sentenza pubblicata il 13 maggio 2025 ha avuto modo di esprimersi su un tema sempre molto interessante quale รจ quello della ๐—ฟ๐—ฒ๐˜€๐—ฝ๐—ผ๐—ป๐˜€๐—ฎ๐—ฏ๐—ถ๐—น๐—ถ๐˜ร  ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ ๐—ฐ๐—ผ๐˜€๐—ฒ ๐—ถ๐—ป ๐—ฐ๐˜‚๐˜€๐˜๐—ผ๐—ฑ๐—ถ๐—ฎ .
L’occasione ci รจ utile per ripercorrere i principi in tema di responsabilitร  per cose in custodia. Nel caso in esame, il ๐—ฐ๐—น๐—ถ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ ๐˜‚๐—ป ๐˜€๐˜‚๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐—บ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฐ๐—ฎ๐˜๐—ผ aveva riportato danni in conseguenza della ๐—ฐ๐—ฎ๐—ฑ๐˜‚๐˜๐—ฎ ๐—ฟ๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ฑ๐˜‚๐—ฐ๐—ถ๐—ฏ๐—ถ๐—น๐—ฒ ๐—ฎ๐—น๐—น’๐˜‚๐—ฟ๐˜๐—ผ ๐—ป๐—ฒ๐—ถ ๐—ฑ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ ๐˜‚๐—ป ๐—ฐ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฟ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ผ ๐˜๐—ฟ๐—ฎ๐˜€๐—ฝ๐—ผ๐—ฟ๐˜๐—ฎ๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ che sporgevano in una delle corsie adibite allโ€™esposizione delle merci.
Il Tribunale di Bologna, rifacendosi ai principi espressi dalla Corte di Cassazione, ha ribadito che:
a) l’art. 2051 c.c., nel qualificare responsabile chi ha in custodia la cosa per i danni da questa cagionati, individua un criterio di imputazione della responsabilitร  che prescinde da qualunque connotato di colpa, sicchรฉ ๐—ถ๐—ป๐—ฐ๐—ผ๐—บ๐—ฏ๐—ฒ ๐—ฎ๐—น ๐—ฑ๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ฒ๐—ด๐—ด๐—ถ๐—ฎ๐˜๐—ผ ๐—ฎ๐—น๐—น๐—ฒ๐—ด๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ, ๐—ฑ๐—ฎ๐—ป๐—ฑ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—น๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐˜ƒ๐—ฎ, ๐—ถ๐—น ๐—ฟ๐—ฎ๐—ฝ๐—ฝ๐—ผ๐—ฟ๐˜๐—ผ ๐—ฐ๐—ฎ๐˜‚๐˜€๐—ฎ๐—น๐—ฒ ๐˜๐—ฟ๐—ฎ ๐—น๐—ฎ ๐—ฐ๐—ผ๐˜€๐—ฎ ๐—ฒ ๐—น’๐—ฒ๐˜ƒ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ผ ๐—ฑ๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ผ๐˜€๐—ผ, indipendentemente dalla pericolositร  o meno o dalle caratteristiche intrinseche della prima;
b) la deduzione di omissioni, violazioni di obblighi di legge di regole tecniche o di criteri di comune prudenza da parte del custode rileva ai fini della sola fattispecie dell’art. 2043 c.c., salvo che la deduzione non sia diretta soltanto a dimostrare lo stato della cosa e la sua capacitร  di recare danno, a sostenere allegazione e prova del rapporto causale tra quella e l’evento dannoso;
c) il ๐—ฐ๐—ฎ๐˜€๐—ผ ๐—ณ๐—ผ๐—ฟ๐˜๐˜‚๐—ถ๐˜๐—ผ, rappresentato da fatto naturale o del terzo, รจ connotato da imprevedibilitร  ed inevitabilitร , da intendersi perรฒ da un punto di vista oggettivo e della regolaritร  causale
d) il caso fortuito, rappresentato dalla ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ฑ๐—ผ๐˜๐˜๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น ๐—ฑ๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ฒ๐—ด๐—ด๐—ถ๐—ฎ๐˜๐—ผ, รจ connotato dall’esclusiva efficienza causale nella produzione dell’evento.
Sulla base di tali principi, il Tribunale di Bologna ha ritenuto provato il nesso causale tra il bene in custodia (carrello trasportatore) presente allโ€™interno dellโ€™esercizio commerciale e lโ€™evento dannoso che ha coinvolto lโ€™attrice: il teste ha confermato di aver visto la moglie cadere inciampando sul carrello elevatore vuoto e non segnalato, collocato allโ€™interno di una nelle corsie del supermercato.

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